Due volte l’anno, ad ottobre e maggio, il Giardino Monastico di San Paolo apre le porte a piccoli gruppi di visitatori, che guidati attraverso un percorso botanico – teologico, possono scoprire le diverse aree che compongono il cuore dell’Abbazia benedettina.
Il tour è un vero e proprio viaggio allegorico, in quanto, secondo la cultura cristiana, la natura è lo “specchio di Dio” ed i monaci, hanno sapientemente ricreato un giardino, in cui sono presenti piante ed erbe aromatiche, menzionate nella Bibbia.
Varcato il portale d’ingresso e superato il cortile di rappresentanza, si ha finalmente accesso ad un “paradiso terrestre”, nel quale si coltivano piante da oltre 2000 anni. Un parco in cui si è immersi in “un’eterna primavera” – come vuole la Sacra Scrittura -, la cui accurata selezione di piante, garantisce di avere delle fioriture in ogni periodo dell’anno (ad esempio: gli ellebori orientali, che fioriscono in pieno inverno).
Una passeggiata sotto un pergolato di 80 mt, realizzato in legno di castagno – simbolo di protezione – ricoperto da Ipomea Perenne e si arriva al giardino ispirato al libro biblico del Cantico dei cantici, l’Eden delle origini, caratterizzato da piante, fiori e i frutti più squisiti. È evidente il valore simbolico di questo luogo.
I Cipressi, simbolo dell’immortalità, il Rosmarino, utile per la disintossicazione epatica, l’ulivo, il cui olio fortifica i capelli. La Ballota, la pianta della luce, una selvatica perenne dal portamento tappezzante.
Le rose, associate ai martiri e alla Vergine. A lei è dedicato un intero angolo del giardino in cui tutte le piante, sono caratterizzate da fiori bianchi.
La pianta “fossile” di Gingko Bilboa, simbolo di resistenza e rinascita – è stato infatti in grado di resistere all’atomica, è utile per migliorare la circolazione sanguigna, ha proprietà contro trombi, infarti ed emboli; favorisce la concentrazione e la memoria.
Si arriva poi all’Orto dei Semplici – hortus simplicium -, dove sono coltivate come da tradizione, le piante officinali necessarie per la realizzazione di medicine ed unguenti disponibili alla Spezieria Monastica.
Come da indicazione della monaca benedettina Ildegarda von Bingen, vissuta in Germania nel XII secolo, l’orto doveva essere costituito da 10 vasche; ogni vasca doveva contenere 10 piante. Una numerologia sacra che tornerà varie volte. All’interno delle vasche di coltivazione: la Mandragora, il Tasso – il dosaggio che fa si che una sostanza possa essere farmaco o veleno: uccide ma nella giusta dose è un antitumorale -, il Tiglio, antistress, l’Artemisia, con poteri antidolorifici.
Un laghetto centrale con più di 40 piante, ossigenanti e filtranti.
Altra curiosità emersa nella narrazione, è stata la “Teoria delle Segnature”. Ne avete mai sentito parlare?
Nel XVI secolo, religiosi, speziali e medici, si servivano delle piante e dei loro estratti per curare o mantenere il corpo in salute, guidati dalla “Teoria delle Segnature”, ovvero una dottrina che permetteva di associare le piante, agli organi umani di cui ne ricordavano la forma, considerandole curative per quella parte del corpo.
Ad esempio: l’equiseto, che ricorda una colonna vertebrale è utile per curare le ossa, la noce, la cui forma ricorda il cervello, è ritenuta un rimedio per gli stati di ansia e insonnia.
Con la nascita della scienza farmacologica, questa teoria cadde in disuso, ma è un argomento che ci affascina e che vorremmo approfondire.
Da una porta si accede infine a quello che è nominato “il Giardino di pietra”, grazie al chiostro duecentesco del Vassalletto nel quale sorge. Uno dei tesori dell’arte medievale romana.
Il tour si è concluso con una frase emblematica: “il giardino cura corpo e anima”, ci sentiamo di dire che mai affermazione fu più vera.
Non perdetevi le prossime date per accedere al Giardino Monastico di San Paolo, un vero posto incantato!
Indirizzo: Abbazia di San Paolo f.l.M. – Via Ostiense 186
Sito per prenotazioni: https://abbaziasanpaolo.org/giardino-monastico